Carnevale 2021. Tra pedagogia e simbologia

Carnevale 2021. Tra pedagogia e simbologia

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Cos’è il Carnevale? È la festa dei bambini, la festa più colorata e allegra dell’anno, nella cui occasione anche gli adulti, amano travestirsi per divertirsi o per ispirarsi a personaggi fantastici o reali, agli idoli che ognuno di noi segue.

È ricco di simbologie e di significati, e da città a città la sua valenza e la sua storia cambiano, e racconta tanto.

Tutti conosciamo le Maschere più comuni, tipiche anche di specifiche regioni, a partire dal nostro Pulcinella, per poi passare a Colombina, Arlecchino, Balanzone e così via.

È una festa che si celebra generalmente nei paesi di tradizione cattolica, e cade nel calendario nel giorno che precede le Sacre Ceneri, che danno inizio al periodo quaresimale.

Storicamente il Carnevale ha origini molto antiche, risale, infatti, ai tempi dei riti dionisiaci grechi e saturnali romani, durante i quali, banchetti e festeggiamenti erano aperti a tutti, anche ai servi, che così avevano diritto allo scioglimento di obblighi lavorativi e sociali.

Lo stesso uso della maschera è molto antico, già in epoca pagana simboleggiava le forze della natura, gli spiriti dei defunti, e gli animali.È anche e soprattutto nel Carnevale dei nostri giorni, tuttavia, che la maschera rappresenta vizi e difetti delle varie ragioni, come le maschere tradizionali, o è l’allegoria di personaggi ed eventi reali.

La classe politica, prima tra tutti.

Le maschere e i travestimenti sono tantissimi, originali e fedeli ai loro modelli, anche personaggi di Anime e Manga, Cartoni Animati e Film, ma forse in fondo le più particolari restano quelle della tradizione italiana.

Da campana non posso non ricordare prima di tutto, le maschere tipiche della mia Regione!Andiamo a scoprirne qualcuna!

Pulcinella, gobbo e povero, vestito di un semplice camiciotto e pantaloni bianchi, e con una maschera nera. Incarna ancora oggi il tipico napoletano, cosciente della crisi e delle difficoltà, ma che cerca di non farsi travolgere degli eventi, lottando col sorriso.

Si fa risalire a metà Cinquecento, ma in realtà pare che versioni diverse da quella di Silvio Fiorillo, suo fondatore, risalgano addirittura in epoca precristiana.

Scaramuccia, altra maschera campana, è il solito burlone che ama fare scherzi e piantar grane, e che inevitabilmente ne subisce poi le conseguenze. Pigro e scansafatiche, ha pantaloni alla zuava, calze lunghe, giacca corta e mantello.

Porta un baschetto nero in testa ed una maschera nera gli copre il viso. Balanzone è una maschera bolognese, dottore saccente, burbero e brontolone, che fa credere di essere un grande sapiente, ma molto spesso truffa la gente. È l’allegoria di chi si vanta di continuo del proprio sapere.

Il suo costume è fatto da un abito nero e sopra una lunga toga nera dalla quale spuntano solo un grosso colletto bianco ed i polsini bianchi.

Porta una grossa cintura in vita alla quale appende un fazzoletto bianco.

Tartaglia è la figura di un avvocato piuttosto grasso e goffo. Il suo nome deriva dal fatto che quando parla balbetta. Porta un paio di pantaloni al ginocchio, le calze lunghe, le scarpe con la fibbia, una camicia con gli sbuffi, una giacca ed il panciotto. Indossa anche il mantello ed un cappello.

Arlecchino, di origine bergamasca, è il servo apparentemente sciocco, ma in realtà è molto più furbo di quanto si possa credere. Ghiotto, sempre pieno di debiti ed opportunista, si adatta a qualunque situazione pur di ricavarne dei vantaggi.

Alle sue prime apparizioni indossava un abito bianco, che divenne poi di tutti i colori a forza di rattopparlo.

Alla cintura porta infilato il “batocio” (bastone) e la “scarsela” (borsa), sempre vuota.L’unica maschera femminile tradizionale, è Colombina, briosa e furba servetta veneziana.

È vivace, graziosa, e bugiarda, capace di intrighi ed imbrogli.Ha un vestito semplice con delle balze sul fondo e un grembiule con qualche toppa.

Ha un berretto bianco in testa.In realtà le maschere non si esauriscono qui, abbiamo infatti Pantalone, Beppe Nappa, Sandrone, Rugantino, Mezzettino, Meneghino, Giacometta, ecc.

Ognuna di loro appartiene ad una specifica regione italiana, e tutte tendono ad incarnare vizi, virtù, sogni, speranze e difetti della natura umana, con un pizzico di critica, ma soprattutto con ironia.

Molto diffusi sono tuttavia i Carri Allegorici che si ispirano anche ai temi più disparati, tra cui fiabe, Cartoon e Telefilm, Romanzi, ma soprattutto temi della realtà contemporanea.

Ad ogni modo, il Carnevale non è solo storia, divertimento e simbologia.Per i bambini ha anche un grande significato pedagogico.