Compiti a casa

Compiti a casa … tra responsabilità e indipendenza

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Dalla prima elementare in poi, il comportamento dei genitori deve essere tale da chiarire ai propri figli che dei compiti di scuola, gli unici responsabili sono loro e i gli insegnanti .

Un aiuto diretto e massiccio lo convincerà che da solo non riesce, mentre può essere molto utile un aiuto indiretto: per esempio possiamo far in modo che abbia una scrivania adatta e dei libri di consultazione. Possiamo aiutarlo a stabilire l’orario più adatto per farli. 

Nel caso voglia comunque farli vicino a voi, potete far un posto al tavolo, a patto che non vengano importunati sulla compostezza o sulla necessità di fare attenzione.

Altra cosa da evitare è quella di interromperli con problemi che possiamo far presente più tardi. Noi dobbiamo dare un sostegno morale e affettivo. Solo occasionalmente possiamo chiarire qualche punto o spiegare una frase.

Bisogna darlo con parsimonia, con calore e non con conferenze, ma ascoltare: indicare la strada, ma lasciare che il bambino arrivi a destinazione con le sue forze.

Quindi a cosa dobbiamo tendere?  Al fatto che il bambino acquisti la coscienza di essere un individuo a sé, e responsabile dei suoi successi e fallimenti.

Quando sperimenta questa autonomia comincia ad assumersi la responsabilità della propria vita e di tutto ciò che essa comporta.

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E’ bene non tormentarli affinché si mettano a tavolino e soprattutto intervenire quando richiesto. 

Forse una tale affermazione non verrà approvata da molti, però generalmente quando ci assumiamo noi la responsabilità, nostro figlio sarà ben lieto di lasciarceli, con la conseguenza che egli non se ne libererà più.

Perciò se si vuole avviare verso l’indipendenza, dovremmo interessarci di ciò che viene assegnato il meno possibile e far capire al nostro piccolo che lui è il responsabile come noi lo siamo del nostro lavoro. 

La loro importanza non va sopravvalutata. Vi sono infatti ottime scuole dove non vengono proprio assegnati.

Un aiuto diretto e massiccio lo convincerà che da solo non riesce, mentre può essere molto utile un aiuto indiretto: per esempio possiamo far in modo che abbia una scrivania adatta e dei libri di consultazione. Possiamo aiutarlo a stabilire l’orario più adatto per farli. 

Nel caso voglia comunque farli vicino a voi, potete far un posto al tavolo, a patto che non vengano importunati sulla compostezza o sulla necessità di fare attenzione.

Altra cosa da evitare è quella di interromperli con problemi che possiamo far presente più tardi. Noi dobbiamo dare un sostegno morale e affettivo. Solo occasionalmente possiamo chiarire qualche punto o spiegare una frase.

Come dare l’aiuto?

Bisogna darlo con parsimonia, con calore e non con conferenze, ma ascoltare: indicare la strada, ma lasciare che il bambino arrivi a destinazione con le sue forze.

Quindi a cosa dobbiamo tendere?  Al fatto che il bambino acquisti la coscienza di essere un individuo a sé, e responsabile dei suoi successi e fallimenti.

Quando sperimenta questa autonomia comincia ad assumersi la responsabilità della propria vita e di tutto ciò che essa comporta.

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