Tre principi della conversazione con i figli

Tre principi della conversazione con i figli

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Beh diciamola proprio tutta…parlare con i figli è una vera e propria arte…alcune volte la conversazione diventa stancante.

Foto di mamma Valentina che ringrazio per lo scatto

Un esempio tipico? «Dove sei stato?» «Fuori». «Che cosa hai fatto?» «Niente».

In un precedente post avevamo già spiegato che i bambini come gli adolescenti non amano sentirsi fare prediche e rimproveri continui.

Secondo loro, noi genitori parliamo troppo. Pertanto il nuovo codice di comunicazione con i ragazzi si basa innanzitutto sul rispetto e su una esperienza.

Non solo, nostro figlio (sia esso un bambino od un adolescente) ci chiede di essere capito senza dover stare a dirci tutto quello che prova.

È come se volesse giocare al «ti mostro solo una piccola parte di me, il resto indovinalo tu!».

Veniamo ora ai principi della conversazione con i figli ovvero al come comunicare al meglio con loro.

1. DAL FATTO AI SUOI RAPPORTI – quando nostro figlio ci racconta un fatto o ci rivolge domande in proposito, la cosa migliore da fare è riferirsi ai rapporti che implica.

Mettiamo che nostra figlia di sei anni, si lamenti che ha ricevuto meno regali del fratello.

È bene innanzitutto spiegare che il fratello è maggiore e alla stesso tempo non promettere di riparare l’ingiustizia.

Il secondo passo da fare è quello di chiedere: «Vuoi sapere se voglio bene a te quanto a lui?» e senza aggiungere altro la abbracciamo.

2. DAL FATTO AI SENTIMENTI – Quando nostro figlio torna a casa con tutta una serie di lamentele su una nota fatta dal professore, è meglio rispondere al suo stato d’animo e dunque entrare in sintonia con i suoi sentimenti.

Per capirci meglio ti faccio un esempio di una conversazione:

«Il professore mi ha messo una nota perché parlavo con la mia amica di banco»

«È stata dunque una brutta giornata»

«Puoi dirlo forte mamma»

«Scommetto che dentro di te avrai tirato al prof qualche accidente»

«Come fai a saperlo?»

«È quello che facciamo quando qualcuno ci ferisce».

3. DAL GENERICO ALLO SPECIFICO – Quando nostro figlio ha un’opinione negativa di sé stesso, gli serve ben poco che noi affermiamo il contrario. Pertanto il miglior aiuto che possiamo offrire è quello di mostrargli che comprendiamo sia i sentimenti che le implicazioni.

È chiaro che a volte la conversazione non può far cambiare subito opinione, ma nel frattempo gli potrà far pensare di avere genitori che lo capiscono, di mettergli il dubbio che forse le cose non stanno come lui pensa.

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