Che siano di un mostro o di una caduta da una certa altezza, sono, in ogni caso, esperienze vissute come “spaventose”.
Saperle affrontare permetterà di aiutare nostro figlio a combatterle ed a vivere una vita libera dal timore.
Spesso non si sa cosa fare con la conseguenza di innervosirci e gridare loro contro; in altri casi si chiederà al piccolo di calmarsi.
Ma entrambi le strategie sono “dannose”, in quanto se lo spavento è forte, la paura può mettere le sue radici.
Dove si formano le paure
Nella maggior parte dei casi le paure si formano nell’emisfero destro del cervello e vivono sottoforma di immagini.
Quando l’esperienza traumatica è lieve, il piccolo è in grado di comprenderla da solo. Per esempio comprendere che il pupazzo si è rotto perché è caduto a terra.
Se invece lo spavento è forte potrebbe non comprenderlo, per esempio un cane che si avventa su di lui.
Le impressioni del piccolo saranno due: l’immagine del cane che si avventa e la sensazione di panico.
“Cosa fare?”
Innanzitutto aiutarlo a parlare dell’evento, soprattutto di come si è sentito.
In questo modo aiuteremo la parte verbale del cervello a collaborare con quella visiva ed emotiva.
Ricordando l’accaduto non lo vivrà più come la prima volta.
Ovviamente questa è una pratica che richiede calma, pazienza e soprattutto fiducia.
L’importante è persuadere il cervello che non sia successo nulla di grave.
“Come si fa?”
- Chiacchierare a lungo sugli aspetti della scena;
- analizzare le immagini, le sensazioni;
- chiedere;
- soffermarsi sulla stazza (se l’evento è per esempio un bambino che spinge a terra un altro bimbo);
- mettere l’accento, di tanto in tanto, sull’entità dello spavento.
Vedremo che, man mano, nostro figlio si calmerà. È vero, è un metodo che richiede tempo ma tranquillizza e rassicura.
Come dobbiamo mostrarci?
Dobbiamo essere affettuosi e soprattutto partecipi quando parliamo con il piccolo.
In questo modo ci sentirà vicini e capirà che lo comprendiamo.
Non dobbiamo poi dimenticare che è importante rievocare l’evento anche nei giorni successivi. Questo perché più lo rievochiamo più il bambino lo assimila.
Succede anche a noi grandi e soprattutto, quante volte abbiamo chiesto aiuto ad una persona e alzi la mano chi si è sentito già meglio!
Aiutare i nostri figli a elaborare le esperienze traumatiche li aiuta ad essere sicuri di sé e a non aver paura.
Grazie per aver dedicato il tuo tempo al post. Che i tuoi sogni, soprattutto quelli chiusi nel cassetto, possano realizzarsi.