Rosellina la bambina che amava le farfalle

Rosellina … La bambina che amava le farfalle

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Rosellina aveva i capelli color dell’oro con sfumature di arancione, pelle rosata, era magrolina ed a volte un po’ birbantella, ma era una bambina molto educata.

Era nata in un giorno in cui grandi nuvoloni ricoprivano il cielo. In suo onore fu data una grande festa, alla quale tutti gli abitanti di Belzebù parteciparono. Ognuno portò un dono diverso.

Quando la luna e le stelle erano su in alto nel cielo, nel suo lettino portava sempre con sé un pupazzo che chiamò Kitty: era un grazioso gattino con un fiocchetto pieno di pallini bianchi. Era il suo preferito e non riusciva a separarsene.

Questo era quanto raccontava la gente quando imparava a conoscerla, e i suoi genitori erano molto orgogliosi di lei.

Ma era una bambina molto speciale…a dirlo erano state la gente grande, che abitavano nel paese confinante a Belzebù.

Era speciale non perché era gentile o perché era la figlia “perfetta”, bensì perché sognava di essere una farfalla, ma non di somigliarle, ma di avere solo le ali come le sue e dei colori dell’arcobaleno; desiderava poter vedere il mondo da una diversa prospettiva: <<Oh come vorrei poter avere le ali per volare su e sempre più su, in alto nel cielo>>, questo il suo forte desiderio. Ma nessuna stella cometa, nessuna fata turchina, nessuna magia rosa poteva esprimerlo, e così chiudeva gli occhi e iniziava a sognare, a dar vita alla sua fantasia.

Si racconta avesse un fratellino che venne chiamato George. Aveva capelli castano scuro ed era molto magro. Anch’egli era molto ma molto speciale: amava correre qua e là e fare tanti, ma tanti dispetti. Ma ella lo amava per com’era, perché nella sua specialità era un bambino davvero molto affettuoso.

 

Rosellina e il viaggio verso la luna

Un giorno un uccellino, che volando si posò su di un ramo, disse a Rosellina che sulla luna abitava una signora solitaria che poteva trasformarsi in qualsiasi animale. <<Chi sa se si potrà trasformare in una farfalla>> si chiese la piccola. Così, incuriosita, decise di attraversare tutti i pianeti esistenti ed arrivare alla luna per conoscere quella che molti chiamavano “la Regina solitaria”.

E così, accompagnata dalla sua fedelissima Kitty, prese la via verso il Nord.

Camminò per lunghi anni, attraversando deserti, montagne e mari, incontrando volpi, elefanti, topolini, ma di questa Regina ancora nulla.

Finalmente arrivò ad un sentiero che la condusse nei pressi di una scala alta e molto stretta, ma non si arrese e, fattasi coraggio, decise di continuare la sua missione.

Scalino dopo scalino, arrivava sempre più in alto, fino a quando arrivò ad un pianeta tutto bianco, o forse grigio, insomma era arrivata finalmente fin su la luna.

Nel momento in cui provò a capire che direzione prendere, Kitty, come per magia, prese vita e disse: << mia cara Rosellina sei quasi vicina, altri tre passi e incontrerai la Regina>>.

Iniziò così a guardarsi intorno e finalmente la vide: era lì, solitaria.

<<Sai mi hanno parlato in tanti di te e così incuriosita, ho deciso di conoscerti…perché vivi sola?>> chiese Rosellina, e la Regina rispose <<non c’è risposta a tutti i perché, mi piace il silenzio, mi piace il mio pianeta, il suo colore>>.

<<E tu invece piccola mia, so che ti piacciono molto le farfalle>>

<<Oh, si le adoro… a volte vorrei acchiapparle per accarezzarle e poi liberarle>>.

<<Ho giusto una bella sorpresa per te!>>.

La Regina, dette queste parole, si trasformò in un enorme farfalla dai mille colori, proprio come i sogni della bimba, e andò via.

Da quel giorno nessuno in paese parlò più della Regina, ma si racconta che la bambina continuò a sognare le farfalle, perché questa era la sua specialità. Il suo mondo era quello e, diventata donna, divenne la prima astronauta di Belzebù.