Aprassia tra diagnosi e terapia

Aprassia tra diagnosi e terapia

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L’aprassia deriva da un danno cerebrale (p. es., per infarto, neoplasia o trauma) o da un processo degenerativo, generalmente a carico dei lobi parietali o delle loro connessioni.

Meno comunemente dipende da danni a carico di altre aree del cervello, come la corteccia premotoria, altre parti del lobo frontale, il corpo calloso, o da un danno diffuso come nelle demenze degenerative.

Si può quindi affermare che i soggetti non sono in grado di eseguire compiti motori precedentemente appresi, nonostante i sistemi motori, sensoriali e di coordinazione siano intatti.

Per capire meglio il tutto è bene fare un esempio: i pazienti possono non riuscire a copiare una semplice forma geometrica, pur essendo in grado di vedere e riconoscere lo stimolo, di tenere in mano, utilizzare una penna e di comprendere il compito.

Diagnosi

I test neuropsicologici o la valutazione da parte di un fisioterapista o di un terapista occupazionale possono aiutare ad identificare forme più sfumate di aprassia.

Tecniche di neuroimmagine (p. es., TC o RM con o senza sequenze angiografiche) sono necessarie per diagnosticare e caratterizzare per esempio infarto, emorragia, massa, atrofia focale.

Terapia

Ad oggi, non esiste una terapia medica specifica per l’aprassia. I farmaci che rallentano la progressione dei sintomi della demenza non sembrano efficaci.

Tuttavia, la fisioterapia e la terapia occupazionale possono migliorare in misura modesta il grado di autonomia, ma in genere risulta utile per rendere l’ambiente più sicuro e per fornire strumenti che aiutino questi soggetti ad aggirare il deficit primario.

La Terapia Occupazionale (TO) è un processo riabilitativo che, adoperando come mezzo privilegiato il fare e le attività  della vita quotidiana, attraverso un intervento individuale o di gruppo, coinvolge la globalità della persona con lo scopo di aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale, per migliorarne globalmente la qualità di vita pur nella disabilità.

E’ necessaria per superare gli effetti della disabilità causate dalla malattia, dall’invecchiamento, dagli incidenti, dalle inabilità temporanee e permanenti.