FOTO DI MAMMA GIORGIA (giorgiagintoli) che ringrazio per lo scatto
Forse starai pensando che questa storia delle emozioni sta iniziando a diventare noiosa, ma parlare di esse è una necessità, un bisogno.
Un’emozione è un’agitazione, una vibrazione dell’anima che agisce sul nostro comportamento e non sempre ne siamo consapevoli.
Gli adolescenti sperimentano ogni giorno la forza delle emozioni, ma anche la fatica di riconoscerle e gestirle.
Se torni indietro per un attimo con la mente, a quando eri una teenager, concorderai pienamente con me! E allora comincerai a sentire dentro di te che qualcosa di non ben definito abita la tua persona, che un momento prima ti senti felice e l’attimo dopo triste.
Ecco spiegato il motivo del titolo…ho immaginato le loro emozioni come un termometro birichino che costantemente sale e scende, senza dare nessuna spiegazione.
Ed è qui che guardandoli in piena difficoltà da buoni e preoccupati genitori, non sappiamo cosa stia succedendo loro e soprattutto non riusciamo ad aiutarli perchè non ci è chiara la causa del loro malessere.
“Cosa fare”?
Sicuramente il primo passo da fare è quello di ascoltare le emozioni, capirle e nominarle. Dobbiamo, in altre parole, entrare in ascolto con noi stessi, riconoscere ciò che ci fa agitare.
Una volta fatto questo dobbiamo cercare di dare un nome a ciò che scuote il nostro animo. Nominare l’emozione è già essa stessa una forma di controllo. Dunque solo se diamo un nome all’agitazione, piuttosto che all’ansia, al panico, siamo in grado di trattare l’agitazione in quanto tale e non come panico.
Come vedete vi chiamo ad aiutare i vostri adolescenti a nominare le loro emozioni cercando di dare loro il giusto nome.
Prima però c’è un piccolo passo da fare! Ovvero quello di conoscerle e per far ciò è utile condurre una piccola indagine che ci aiuti a conoscere tutte le sfumature. Detto questo, una delle emozioni che spesso sperimentano i ragazzi o le ragazze è proprio l’ansia, che spesso viene confusa con l’agitazione.
“Dove dunque voglio arrivare?” Che dobbiamo cercare di normalizzare ciò che prova, sostenerlo e dare piccole strategie fattibili e pratiche, tra queste, oltre quella già accennata, far presente che è normale provare un pò di apprensione prima di un esame.
Devono infine imparare a fermarsi ad ascoltare ciò che provano e il nostro compito sarà quello di aiutarli a dare un nome, ad individuare, con la testa, strategie funzionali al loro benessere.
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