FOTI PROFESSIONALE FEDERICA PANNIELLO
Nei primi mesi di vita, anche se può sembrar assurdo, il bimbo impara a distinguere i diversi suoni della voce e identificando quei suoni con diversi oggetti, momenti, situazioni e, addirittura, sentimenti.
Tuttavia, anche se il linguaggio si acquisisce naturalmente, dal punto di vista celebrale è un compito molto complesso. Questo perchè sei aree del cervello devono coordinarsi ogni volta che pronunciamo una parola o interpretiamo un testo.
Ritorniamo però al quesito di base, ovvero come ampliare le piccole frasi di nostro figlio. Fin dall’età di due anni possiamo aiutare il bambino ad arricchire il suo vocabolario espressivo, aggiungendo aggettivi o verbi.
Mettiamo il caso che, camminando lungo una via, nostro figlio ci indichi un cane che rincorre delle lucertole e osservando afferma: <<Un cane>>. Possiamo lui o lei rispondere in modo più articolato e dire per esempio: <<Sì! È un cane molto giocherellone>>.
A mano a mano che cresce, possiamo ampliare ulteriormente le sue frasi, aiutandolo ad aggiungere contenuti o a costruire frasi più complesse, come per esempio:
R.: <<Mamma, ho visto un uccello>>
Mamma: <<Sì!!! Abbiamo visto uno uccello dal petto rosso che cercava qualche vermetto>>
G: <<La macchina di papà si è ‘romputa’>>
Papà: <<Sì, hai ragione, la macchina di papà si è rotta e l’abbiamo portata dal meccanico>>.
E’ tipico dei bambini sbagliarsi con i verbi e come potete vedere in questo esempio il papà non evidenzia gli errori del figlio, si limita a restituirgli lo stesso messaggio ma in forma corretta.
Molti sono gli esperti che assicurano che, a meno che non si tratti di errori reiterati, correggere le frasi del bambino senza indicare esplicitamente che ha commesso un errore è il modo migliore per aiutarlo a interiorizzare la forma corretta e a usare la grammatica in modo adeguato.
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