Il primo intervento per DSA

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Si parla oramai tantissimo di DSA e di cosa sono, vorremmo però fare un po’ di chiarezza sul primo intervento.

Gli insegnanti sono i primi ad accorgersi di una eventuale difficoltà, perché hanno la possibilità di osservare il bambino alle prese con gli apprendimenti, con la lettura, la scrittura e così via.

Prima della diagnosi vera e propria, va predisposto un periodo di stimolazione specifica che non deve andare oltre i sei mesi, se le difficoltà persistono il passo successivo da fare è quello di comunicare alla famiglia il proprio sospetto e invitarla a rivolgersi ad un medico o anche presso il pediatra di fiducia, il quale farà un’impegnativa per una visita ai sensi della legge 170.

Con questa impegnativa il genitore può scegliere di rivolgersi ad appropriati servizi pubblici o privati per approfondire la questione del sospetto DSA.

La diagnosi deve essere fatta su specifici criteri: il funzionamento intellettivo deve essere nella norma, perché i bambini con DSA non hanno ritardi mentali, le abilità di lettura scrittura e calcolo devono essere più basse rispetto a quelle previste in base all’età del bambino, devono essere presenti difficoltà che interferiscono con l’apprendimento, non devono essere presenti deficit sensoriali.

Se la diagnosi viene confermata è necessario attivare interventi. Il primo riguarda l’applicazione di un piano didattico personalizzato a scuola, che prevede l’individuazione di misure dispensative da adottare.

Le misure dispensative sono quelle per cui viene data la possibilità allo studente di non fare qualcosa, come per esempio l’alunno dislessico può non leggere ad alta voce.

oltre all’intervento fatto in classe, in ambiente extra scolastico possono essere attivati due interventi: il trattamento cognitivo e il tutoring.

Il primo mira ad allenare lettura, scrittura e calcolo. Il secondo può essere effettuato insieme al primo. Ma chi è il tutor nei DSA?

È innanzitutto una persona con conoscenze e competenze in questo campo ed è pertanto chiamato ad affiancare gli studenti nello studio pomeridiano.

È una figura in grado di rispondere alle domande della scuola e svolge la sua attività sotto la supervisione di chi ha fatto la diagnosi o sotto la supervisione di uno specialista che sta effettuando il trattamento cognitivo.