If you don’t love your body, then you don’t love yourself ” (“Se non ami il tuo corpo, non ami te stesso”, Sondra Ray, 1980).
Capita, di ritorno dall’ospedale di guardarsi allo specchio e di odiare quell’immagine riflessa, spesso questo accade perchè percepiamo il corpo come un traditore: non è stato capace di mettere al mondo un bambino senza lasciarsi sopraffare e tagliuzzare.
La verità è che possiamo negarlo fino all’infinito ma l’energia di guarigione parte proprio da qui o meglio da quella frase con parole pesanti: Se non ami il tuo corpo, non ami te stesso.
Bisogna innanzitutto amare se stesse, amare il proprio corpo. Tenete sempre conto che: mentre ogni sentimento di rifiuto porta con sé energia negativa, al contrario, ogni pensiero positivo è veicolo di guarigione.
Magari proverai a chiedere aiuto e qualcuno ti dirà: “da sopra o da sotto, che importa? L’importante è che esca, vivo e sano”. La verità è che forse pochi ti diranno:
»onora la tua cicatrice , mi disse lei, perché è la porta attraverso la quale tuo figlio è venuto al mondo».
Altra strategia: «movimento»…ora penserai: «Ecco qui, ora dirà che devo far sport».
Muovere il corpo equivale a muovere l’anima, ma il movimento deve essere praticato con gioia ma soprattutto con svago. «Perchè?» Muoversi favorisce la produzione di endorfine, che a loro volta promuovono il rilassamento e riducono il dolore.
Altra regola del «Se non ami il tuo corpo» è camminare perchè è il regalo più grande che puoi fare al tuo corpo. Riprendi appena puoi.
Ricorda però di dare tempo al tuo corpo e di essere paziente con lui: inizia con pochi passi e aumenta gradualmente.
E adesso scommetto che dirai: <<Come faccio con il piccolo?>> Portalo con te. Forse ti sembrerò un pò cattivella ma è il più bel sollevamento pesi che esista!.
LIBRI CONSIGLIATI
- Sfetez C., Guarire dopo il parto, bookabook editore, 2017.