Com'è che le cose vanno male

Com’è che le cose vanno male – la tempesta familiare

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Ad un certo punto della nostra vita da genitori, può capitare che le cose tra genitori e figli iniziano ad andare male … scoppiano allora tempeste con una regolarità impressionante.

Il figlio dice o fa qualcosa di <<sbagliato>>; il genitore reagisce con parole offensive, passa alle minacce o intervieni con i fatti.

Vorrei farvi un esempio pratico:

Una bambina giocherella con una tazza.

LA MADRE: <<finirai con il romperla>>

BIMBA: <<No non lo rompo>>

In quel momento la tazza si rompe…

LA MADRE: <<Rompi sempre tutto>>

E via discorrendo, perchè nel litigio spesso si dicono cose che nemmeno si pensano e si finisce ad una guerra senza pari.

Capita di reagire alla sfida in modo molto furioso… Ritornando all’esempio dopo una bella scenata la bimba va via di casa. La ritroveranno solo la sera.

Il punto quindi fondamentale quel’è?: Era necessaria la scenata? Lo scontro era inevitabile? Oppure incidenti del genere si possono risolvere con buon senso?

Ok….siamo tutti essere umani, ma la scena presentata nell’esempio è tipico di come le cose iniziano ad andare male ….

Quindi, quando ha visto giocare la figlia con la tazza, la madre avrebbe potuto toglierla di mano. O quando la tazza si è rotta, avrebbe potuto aiutare la figlia a raccogliere i cocci e osservare che quelli non sono oggetti con i quali giocare. Probabilmente, la piccola, non sentendo grida, avrebbe anche chiesto scusa e avrebbe, forse, avuto il buon senso di concludere che effettivamente le tazze non sono fatte per giocarci.

I bambini possono apprendere grandi lezioni ed è pertanto importante che imparino da noi a distinguere tra avvenimenti  sciocchi e spiacevoli e avvenimenti gravi o catastrofici.

I piccoli incidenti vanno fatti rilevare come tali al bambino. Mettiamo che abbia perso un guanto, potremmo lui o lei dire: <<Così hai perso un nuovo guanto. Peccato, perchè costano. Ma non è una catastrofe>>.

Mi rendo conto che siamo esseri umani e che come tali abbiamo le nostre emozioni, i nostri impulsi, ma noi siamo il principale albero di nostro figlio.

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