Dopo una nascita il compagno quotidiano della donna è il dolore. Un dolore talvolta subdolo, come uno spiacevole retrogusto cattivo, come una malattia o un disturbo fisico che non accenna a passare e dal quale sembra di non riuscire ad uscire.
Oppure, al contrario, un dolore acuto, che grida prepotente, come una disperazione, come un pianto per qualcosa che si desiderava tanto e non c’è stato o per qualcosa che non si sapeva nemmeno di volere e che ci è stato comunque portato via.
E ciò che accomuna ogni donna con questo tipo di esperienza è il bisogno di stare bene, di ritornare in salute.
Fingere che il dolore non ci sia, sottovalutarlo, reprimerlo, non chiamarlo con il suo nome, sono tutte azioni-non azioni con effetti a volte devastanti sulla nostra salute fisica, psichica, emozionale e relazionale.
La prima cosa da fare è assicurarti di avere intorno persone empatiche, che danno più importanza all’essere che al fare, che evitano le frasi che iniziano con “almeno…” (“almeno il bambino sta bene”), ma prediligono i silenzi, pieni d’affetto e di connessione.
Respirare è un altro modo valido per rilasciare tensione e dolore fisico ed emozionale. Soffiare via l’accumulo di “ciò che non ci serve” a fine giornata è una delle strade verso il benessere. Prediligere dunque una respirazione lenta e profonda. Fare questo esercizio è come un massaggio interno agli organi e promuove il rilassamento di tutto il sistema muscolo-scheletrico
Ricorda però che il tuo percorso di guarigione si basa principalmente sull’Amore.
La vera domanda non è “hai fatto gli esercizi per la respirazione?” ma “sai amare te stessa a prescindere da tutto?”. Quindi, inizia da dove vuoi, fa’ ciò che ti senti, purché tu lo faccia con vero amore per te stessa! Hai dato alla luce un essere umano, e questo non lo devi dimenticare! Se però ti senti persa, come spesso accade, prova a partire dal corpo: molte volte è il primo a chiedere “aiuto!”, o più semplicemente la parte di te più tangibile e concreta.
