Nei primi anni di vita possiamo affermare che nostro figlio, sia esso un maschietto o una femminuccia, gioca volentieri con le bambole e si diverte a fare «la mamma».
Ciò è del tutto naturale, anche se, ancora tutt’ora alcuni padri inorridiscono alla vista di loro figlio che imbocca la bambola.
Finché non vanno a scuola, maschietti e bambine possono tranquillamente divertirsi con gli stessi giocattoli se lo desiderano.
A questa età non è dunque ancora importante tracciare una linea di separazione nei giocattoli o nei giochi.
Durante però gli anni della scuola le differenze di sesso diventano più marcate; è in questo periodo che devono maturare interessi e aspirazioni diverse.
Qui si fa viva l’educazione alla mascolinità ovvero i maschietti dovrebbero acquisire prestigio in attività prettamente maschili, le bambine in occupazioni femminili.
Ciò però non toglie che se un bimbo voglia diventare cuoco o cucinare non lo debba fare.
Gli anni della scuola sono anche i più propizi per intensificare i rapporti tra padre e figlio e tra madre e figlia. È il momento che le bambine si dedichino ai lavori domestici e alla cucina.
Si può insegnare loro a preparare piatti semplici, a lavorare a maglia e a tenere in ordine la casa.
Anche se faranno confusione o qualche guaio, ricorda: non è la perfezione che conta, bensì la gioia che la bambina può trarne.
Questi sono i momenti più adatti per installare nella figlia la soddisfazione di essere donna, moglie e madre.
Anche un padre dovrebbe essere contento della fiducia che il suo bambino ha in lui, della sua aspirazione a parlare, camminare e vestirsi come lui.
In questi momenti il padre esemplifica per il figlio ciò che significa essere uomo sia nell’ambito della famiglia sia della società.
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