I neonati e la loro sintonizzazione con gli umori

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Tutto si ordina in rapporto a te. Gli umori sulla tua fronte sono una meteora che trasfigura ogni cosa, oscura o illumina il giorno.
(Paul Valéry)

Non c’è bambino che almeno una volta nella vita chieda <<Da dove vengo>>. Conosciamo benissimo la storia, ma se riflettiamo un attimo nel profondo del nostro cuore sappiamo che i nostri figli sono presenti nella nostra esistenza ancor prima di nascere.

Tutti sogniamo come potrà essere: inutile negarlo, prima o poi lo immaginiamo e, ancor prima che nasca, abbiamo per lui o lei desideri e paure. Ci chiediamo che tipo di genitori saremo.

La verità è che un bambino è figlio di una coppia e nasce nel mondo mentale dei genitori.

Sapevi però che genitori e bambini si adattano gli uni all’altro nell’ambito degli umori? <<Come?>>. Procediamo un passo alla volta.

Per molto tempo si è pensato che i neonati non siano persone vere e proprie, ma delle creature che si limitano a mangiare e a bere. La moderna ricerca ha invece dimostrato che sono degli individui straordinariamente sofisticati: vedono, sentono, sono in grado di fare delle distinzioni e hanno delle loro preferenze.

Perfino in sala parto preferiscono i volti umani alle figure astratte; possono fissare un volto e imitare certe espressioni; riconoscono l’odore del latte materno; amano il gusto dolce.

Per molti queste sono informazioni risapute, altri affermano che il sorriso del loro neonato è solo una smorfia. Qualunque sia la tua opinione, possiamo finalmente dire che presentano costantemente queste risposte sociali e che non si tratta di eventi straordinari.

La ricerca inoltre dimostra che che sono sintonizzati sul comportamenti e sugli umori di chi sta loro vicino. Per esempio capita che un neonato pianga se la persona che lo tiene in braccio sta parlando di qualcosa di triste.

Il risvolto negativo di questa natura sensibile è che spesso il neonato può sentirsi sommerso dagli stimoli. I rumori dell’ambiente, i colori, i genitori finiscono, a volte, per sopraffarlo ed egli piange o si ritrae.

Essendo molto complessi, ciò che facciamo e il modo in cui ci avviciniamo a loro ha un impatto enorme. Ciò che conta non è il cosa si porta nell’incontro, ma quello che accade fra genitori e bambini – la reciprocità, l’effetto che ciascuno dei due ha sull’altro.

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