Scuola e tecnologie come è perché

Scuola e tecnologie. Come e perché.

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Le tecnologie digitali, coinvolgendo il lavoro intellettuale, possono trasformarsi in “tecnologie cognitive”, cioè in strumentazioni che interagiscono sensibilmente con i processi interni della mente.

La natura di queste interazioni tra tecnologia e mente può essere analizzata da vari punti di vista. Circa gli effetti sulla mente il lavoro di Ong sviluppa le conseguenze che le pratiche della scrittura hanno esercitato sul pensiero e sulla scienza, favorendo lo sviluppo del pensiero analitico, inesistente nelle civiltà orali.

Un aspetto diverso riguarda, invece, le dinamiche che si possono attivare nel rapporto diretto tra mente e media.

Entriamo qui nel campo dell’ergonomia didattica che si occupa di coadiuvare la progettazione  e l’allestimento delle interfacce elettroniche affinchè l’interazione con la tecnologia avvenga liberando al meglio potenzialità cognitive rilevanti anziché ridurle.

Quando il bambino si accinge ad affrontare un compito tramite il computer tra la mente e il mezzo si mette in atto una dinamica complessa nel corso della quale si possono avere esiti diversi sul piano dell’impiego delle funzionalità cognitive.

Alcuni tipi di interazione provocano risultati indubbiamente positivi: la tecnologia agisce da amplificatore della mente (mind tool). Altre volte non si instaura un fattivo bilanciamento tra mente e medium e può accedere che questo attiri a sé gran parte dell’attenzione distogliendola dal compito.

Nel corso degli ultimi decenni, lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha subito una rapida accelerazione.

La scuola deve interrogarsi sul modello di competenza digitale che essa intende promuovere.

Una formazione alla competenza digitale, infatti, va prima di tutto concepita come sviluppo  di una forma mentis di particolari attitudini cognitive e culturali in stretto accordo con altre competenze di base che valorizzano capacità critica, metacognizione e riflessività; la frequentazione tecnologica di per sé non può allora essere considerata garanzia sufficiente di una reale competenza digitale; al di sopra di una certa soglia essa può anche essere inutile o addirittura dispersiva o controproducente.

Il compito della scuola può essere sintetizzato in due piste da seguire:

– Assicurare che le stesse conoscenze e abilità tecnologiche siano acquisite da tutti.

– Far sì che quel tessuto di nozioni e abilità tecnologiche di base si integri in una dimensione cognitiva più articolata, adeguatamente interconnessa con altre rilevanti capacità o competenze significative, entrando a far parte di una personalità consapevole.

Un’opinione diffusa è quella secondo la quale la competenza digitale sarebbe qualcosa che si forma in modo naturale, come acquisizione spontanea , allora perché la scuola dovrebbe perdere tempo ad educare su qualcosa che si può acquisire spontaneamente dall’ambiente esterno?

Osservazioni di questo tipo nascono da un duplica presupposto:

1 che la competenza digitale si possa identificare con la pura familiarità tecnologica

2 che intere nuova generazioni acquisiscano tutto ciò in modo naturale e completo, all’interno del contesto pre extra- scolastico.

I nativi digitali (termine coniato da Prensky) secondo una ricca letteratura acquisiscono in modo naturale le abilità tecnologiche e con esse un nuovo set di capacità cognitive, quali il problem solving, il multitasking, l’ottimismo e la capacità di lavorare in team.  Queste teorie sono punti di vista ed in parte sono state messe in discussione.

La scuola deve interrogarsi sul modello di competenza digitale che essa intende promuovere.

Una formazione alla competenza digitale, infatti, va prima di tutto concepita come sviluppo  di una forma mentis di particolari attitudini cognitive e culturali in stretto accordo con altre competenze di base che valorizzano capacità critica, metacognizione e riflessività; la frequentazione tecnologica di per sé non può allora essere considerata garanzia sufficiente di una reale competenza digitale; al di sopra di una certa soglia essa può anche essere inutile o addirittura dispersiva o controproducente.

Il compito della scuola può essere sintetizzato in due piste da seguire:

– Assicurare che le stesse conoscenze e abilità tecnologiche siano acquisite da tutti.

  • Far sì che quel tessuto di nozioni e abilità tecnologiche di base si integri in una dimensione cognitiva più articolata, adeguatamente interconnessa con altre rilevanti capacità o competenze significative, entrando a far parte di una personalità consapevole.

Uno degli elementi di maggior importanza evidenziati nei diversi programmi ministeriali che si sono succeduti, è l’aspetto della relazionalità, dell’ esplorazione e della rielaborazione personale delle esperienze, mediate dal gioco, mediante l’apprendimento cooperativo, motivo per cui le proposte educative della scuola vanno fortemente orientate alla dimensione ludica dell’ imparare giocando e dell’”imparare con l’altro.”

Da queste premesse si delinea una figura docente che non deve essere più un semplice trasmettitore di conoscenze o informazioni bensì un osservatore, mediatore, animatore e regista di un percorso formativo stimolante per un alunno che deve poter personalizzare la sua esperienza di apprendimento autonomamente, secondo le sue capacità individuali (identità), agli interessi e al suo stile di apprendimento, ai suoi processi cognitivi, alle modalità di relazione con gli altri e con l’ambiente che lo circonda.

Proprio su questo modello flessibile e interattivo si deve inserire il mezzo digitale, come contributo all’istruzione, in quanto può aiutare il bambino a scoprire i suoi percorsi e le sue strategie personali verso l’ apprendimento.

L’adulto funge sempre da facilitatore, da regolatore, per attribuire un significato a quanto svolto con il mezzo informatico e trasformare ogni azioni in parole, in laboratorio, in socialità, apprendimento e creatività. 

Lunedi 6 Luglio alle 20,30 Mini-Corso on line: “Tecnologie educative: come e perché?.” 

Corso con attestato di frequenza e materiale inviato a tutti gli iscritti. Costo: 20 euro. 

Dott.ssa Maria Laura Battistini

Psicologa clinica a Parma e on line

Info e iscrizioni: mlaura.battistini@gmail.com, 348-1366218