Come avviare verso il “senso” di responsabilità

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In Ti prometto che avrò cura del mio animale domestico avevo accennato all’importanza della responsabilità parlandoti anche dei programmi a breve e lunga durata.

Ecco in questo articolo ti spiegherò in cosa consistono questi programmi. Prima però di entrare nel merito è bene fare delle premesse.

Tutti i genitori cercano i modi più adatti per inculcare nei figli il “senso” di responsabilità …infatti ci si affida a piccoli lavori domestici come: vuotare il secchio della spazzatura o tagliare l’erba o altro ancora.

Ma, in pratica questi lavoretti anche se utili, possono non avere un effetto positivo per ciò che desideriamo. Spesso infatti accade che queste faccende si “tramutano” in battaglie.

Partiamo dunque dal presupposto che la responsabilità non può essere imposta. Nasce da dentro e viene alimentata dai valori che si assorbono in famiglia.

Il punto allora è: esistono atteggiamenti e metodi in grado di sviluppare nei nostri figli un senso di responsabilità?

Innanzitutto ad avviare i bambini verso essa sono gli atteggiamenti. In essi rientrano la buona volontà di permettere a nostro figlio di esprimere tutto ciò che sente.

Oltre questo sono anche importanti le doti, di cui fanno parte le capacità di indicare loro dei modi per esternare i sentimenti.

Ovviamente le difficoltà da superare sono tante: i nostri stessi genitori non ci hanno preparato adeguatamente ad indirizzare i nostri sentimenti, perchè neppure loro sapevano come fronteggiare certi stati emotivi.

“Come colmare l’abisso che divide gli obiettivi che desideriamo da quelli della pratica quotidiana?” “Da che parte dobbiamo cominciare?”

La risposta va cercata in quello che accennavo all’inizio, ovvero in un programma a lunga e breve scadenza. Per attuarlo, il primo passo da fare sta nel riconoscere che l’educazione del carattere di nostro figlio dipende dal rapporto che instauriamo con lui.

La seconda tappa è quella di promettersi e ripromettersi di approfondire ciò che pensa e sente. “Come?” E’ stesso il bambino a fornirci la chiave: i suoi sentimenti, infatti, si esprimo attraverso la parola e il tono. Basta avere orecchi per ascoltare, occhi per osservare e cuore per sentire.

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