Come spiegare un lutto

Come spiegare ai bambini un lutto in famiglia

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Un lutto in una  famiglia genera non pochi scompensi emotivi e se si hanno dei figli, le cose sembrano amplificarsi, perchè è in quei momenti che nascono i primi dubbi, le prime domande, tipo: “e adesso come glielo dico?’”

Arriva prima o poi un momento nell’infanzia in cui i bambini domandano dove vadano a finire le persone che non ci sono più, soprattutto se sentono parlare i propri amichetti

Rispondere a queste domande fa seccare le parole in bocca, non si sa mai cosa e come rispondere, soprattutto se si è di fronte ad una piccola vita che di morte non ne sa niente.

 

NO al non parlarne

Spesso si sceglie la via più facile, quella che sembra giusta per il bene del piccolo, perché si pensa possa intaccare la sua spensieratezza o addirittura la sua psiche.

Ma il lutto in famiglia è una realtà e non è giusto bandirla dai discorsi e non è altrettanto giusto chiudere il proprio figlio in una stanza, per parlare tra genitori di una futura o imminente morte di un familiare.

L’evitare di parlare di morte in presenza del bambino, non fa altro che non prepararlo a questo evento inevitabile della vita.

<<E quando poi accadrà come si farà? >> Pertanto, parlatene in sua presenza.

NO all’evasione

E’ buona norma non evadere di fronte alle domande dei bambini. Qualunque risposta si decida di dare nello spiegare il Lutto in famiglia , è bene non dire: “lo capirai quando sarai grande”.

Questo potrebbe scoraggiarlo o farlo sentire non parte della famiglia.

E’ bene invece trovare un modo di rispondere affine al proprio pensare, sia esso cattolico, laico o ateo.

L’argomento qui si accende perchè a questo punto ci si pone una domanda <<Ma come glielo dico?>>; <<Come reagirà?>>

Nei primi anni di vita il bambino non accetta il concetto di Lutto in famiglia , tuttavia quando ne sente parlare, si pone delle domande.

<<Come rispondere?>> Per chi ha fede, potrà affrontare il discorso partendo dal presupposto che l’uomo non è eterno, che purtroppo arriva un momento nella vita in cui quella persona non ci sarà più.

Una volta alla domanda si rispondeva: <<è andato in Germania>> che, allora, rappresentava la cosa più lontana che c’era.

Questa potrà aiutarvi, ma è più giusto dire, magari in modo dolce e tranquillo che quella persona è andata in Paradiso e nel far questo è bene indicare il cielo. Personalmente rispondo dicendo: <<quella persona si è trasformata in una stella>>.

Raccontare dunque una <<storiella>>, breve e semplice, che racchiude in sé un messaggio di speranza, e che non deve per forza iniziare col <<c’era una volta>>.

Si può anche per esempio dire <<Un giorno ci ritroveremo tutti in Paradiso>>.

Per chi invece è ateo, potrebbe essere d’aiuto rispondere con frasi non troppo dirette tipo: <<Il nonno, la mamma, o altri non lo rivedremo, ma il suo ricordo vivrà con noi, nel cuore (indicare il cuore) e nella mente>>.

<<E se gli raccontassi una storiella per parlare del lutto in famiglia?>>

Sì è giusto ma è meglio usarle quando il bimbo è piccolo. La si può inventare anche al momento.

Il messaggio che deve essere chiaro, è che il bambino deve comunque essere pronto a questo evento della vita.

 

Per la questione cimitero

Il cimitero è il luogo ove riposano le anime e si va per mantenere vivo il ricordo di una persona venuta a mancare.

E’ bene portare il proprio piccolo al cimitero, e magari dargli la possibilità di portare anche un fiore o un lumino se vuole.

Portandolo si avrà la possibilità di spiegargli e contemporaneamente fargli vedere il luogo ove riposano in eterno i corpi.