I cartoni animati

I cartoni animati. Stereotipi e pregiudizi.

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I genitori scelgono per i figli la visione di determinati cartoni animati piuttosto che di altri. Ma quale criterio viene usato? Esiste un setaccio? O un cartone vale l’altro?

TESTO A CURA DI GIUSY FARACI (EDUCATRICE E FUTURA PEDAGOGISTA FORMATRICE)

Molte mamme e molti papà sono, purtroppo vittime degli stereotipi di genere e questo lo riservano nell’educazione dei loro figli e, dunque, nelle pellicole che scelgono di far guardare ai figli.

I maschietti saranno indirizzati verso cartoni animati che trattano avventure, combattimenti; dove trionfa il coraggio: ‘Dragon Ball’ ad esempio/mentre le bambine saranno invece indirizzate verso cartoni animati più leggeri, dove ci sono mondi incantati, dove trionfa la bellezza e si vivono amori.


Appare chiaro, nella storia dei cartoni animati Disney di un tempo, lo stereotipo dell’uomo eroe, conquistatore; così come risulta lampante la posizione della donna, spesso casalinga o principessa (sempre subordinata all’uomo) che aspetta di essere salvata.


I cartoni animati effettivamente mandano spesso messaggi poco educativi, ma spesso, c’è da dire, riflettano l’epoca nella quale sono stati scritti, mostrandoci le condizioni dell’uomo e della donna.

Bisogna ben riflettere sotto questo punto di vista, perché non è tutto oro quello che luccica enon è tutto brutto quello che viene designato come tale.

‘La bella e la bestia’ ad esempio, film Disney del 1991, descrive un fenomeno tristemente noto in ambito medico/psicologico con il nome di sindrome di Stoccolma. (I soggetti affetti da tale sindrome hanno subito degli episodi violenti o comunque traumatici, quali possono essere il sequestro di persona o abusi, e per un meccanismo di difesa detto “identificazione con l’aggressore” manifestano sentimenti positivi, fino all’amore, nei confronti del proprio aguzzino, creando un legame di alleanza e solidarietà tra vittima e carnefice).


Il cartone animato suggerisce implicitamente come l’amore e la dedizione possano mutare un uomo violento e “bestiale” in un perfetto principe azzurro e veicolare questo tipo di messaggi in un paese come il nostro, piagato dal fenomeno del femminicidio e dove per levittime è sempre più difficile denunciare le violenze è molto più che sbagliato.
E intanto è un film Disney.

Gli stereotipi di genere sono attivi in luoghi e fenomeni che mai ci aspetteremmo di trovare. Le primissime principesse Disney non hanno alcun tipo di spessore caratteriale (pensiamo ad Aurora che dorme per quasi tutta la pellicola, o Biancaneve che passa il proprio tempo a
pulire la casa dei nani) ma col tempo la Disney ha introdotto, man mano, sempre più film dal profilo emancipatore, come con Ariel nel film ‘La Sirenetta’ dove vediamo comparire i primi elementi di ribellione e curiosità che caratterizzano anche le principesse successive e, che,
raggiungono l’apice con Merida; eroina del film ‘Ribelle’. E anche questo è Disney.

È bene anche dire, però, che il passato non ha prodotto solo cartoni animati flop, pensiamo (tralasciamo la Disney) a fiabe come ‘Cappuccetto Rosso’ e ‘Hansel e Gretel’ assoli approvati e considerati, da me, dsa da intrattenimento che abbastanza educativi.

Altri genitori, invece, che è bene menzionare, scelgono cartoni animati dal taglio neutro, come ‘Peppa Pig’ o ‘Masha e Orso” (cartoni animati in serie/non unici film) che possono sì essere un buon vettore di intrattenimento ma che non mi pare abbiano chissà quali
messaggi al loro interno.

Oggi possiamo trovare, per esempio, il cartone animato in serie ‘Pokemon’ dove obiettivi e regole non sono discriminanti a livello di genere, in quanto sia bambine che bambini possono catturare questi piccoli mostri tramite competenza e disciplina (attitudini che sono
trasversali a entrambi i generi).

O ancora, Shrek, dove trionfa la coppia mista (un asino e una draghessa), vediamo una transgender (la barista di un noto locale dell’omonimo cartone animato) e il Principe Azzurro indossa un lucidalabbra. Sono tutti elementi che aiutano i ragazzi e le ragazze ad accettare le diversità, per poterle vedere come inoffensive.

Come un valore aggiunto alle mille sfaccettature di questo mondo.
Insomma, i cartoni animati non sono tutti uguali e se volete sapere quali sono i miei preferiti non vi resta che guardare il file in allegato.