La convivenza "di fatto" - quali i diritti? |

Testo a cura di Sharon Di Vincenzo – Avvocato esperto in diritto di famiglia

La convivenza è, oggi, un fenomeno sociale in costante aumento. La famiglia c.d. di fatto per avere rilevanza nel nostro ordinamento, deve caratterizzarsi per la stabilità, la durata e la solidarietà tra un uomo ed una donna.

Ad oggi, un piccolissimo passo in avanti è stato fatto, riconoscendo anche la convivenza tra due persone dello stesso sesso.

I conviventi quindi, devono comportarsi come marito e moglie, seppur manca il vincolo formale, ossia il matrimonio. La famiglia di fatto, è priva di tutela giuridica, seppur con l’emanazione di norme (frammentarie) si è dato, alla stessa, un certo rilievo.

Ma andiamo ad approfondire i punti di maggiore interesse in materia di CONVIVENZA:

Non sussiste il diritto al mantenimento nei confronti del convivente ma è previsto solo il mantenimento nei confronti dei figli.
Al convivente che versa in stato di bisogno, non spetta l’assegno alimentare (diverso dall’assegno di mantenimento)
il mancato riconoscimento al partner convivente un diritto ad assistere l’altro mentre è in ospedale, e a prendere decisioni relative ad interventi sanitari urgenti.
un convivente NON può vantare alcun diritto sui beni dell’altro, vivente o defunto che sia.
In caso di morte, il convivente superstite può continuare ad abitare nell’immobile per DUE anni o, se superiore, per una durata pari al periodo di convivenza con il limite massimo di 5 anni. In presenza di figli minori o disabili del convivente superstite, è riconosciuto il diritto di continuare ad abitare nella casa di comune residenza per un periodo non inferiore a TRE anni.

In conclusione oggi, nonostante i numerosi passi avanti della giurisprudenza, resta ancora molto profondo il divario tra COPPIE SPOSATE E CONVIVENTI.

E voi, che esperienze avete avuto in merito?

#PARLIAMONEINSIEME