La nutrizione

La nutrizione ovvero cosa fare quando non vuol mangiare

Posted on Posted in Mom&Dad

Quante volte ho sentito la frase “mangia a mamma che devi crescere”.

Una frase che, credo, abbia accompagnato intere generazioni, mi sembra ancora di sentirla uscire dalla  bocca della bisnonna. Spesso la si usa per forzare il proprio figlio a mangiare, ma siamo sicuri sia giusto?.

E quante le tipiche scene in cui i bimbi serrano la loro bocca, o girano il volto “impiastricciando” mani, seggiolone e altro, tutto per evitare quel cucchiaio che si avvicina.

In questo articolo non ti parlerò della semplice nutrizione, ma del perché sia sbagliato forzare il proprio piccolo a mangiare, quando magari non è pronto.

Grazie ad essa, il bambino riceve sia principi nutritivi necessari alla crescita e al sostentamento, sia gratificazioni legate al senso del gusto.

Ovviamente c’è anche da considerare una piccola postilla:

“Ogni bambino è una storia a se”.

Pertanto ognuno ha diversi modi di agire e reagire.

Veniamo al clou di questo mio articolo.

Basta partire dal presupposto che il bambino deve mangiare per crescere?

No non basta. “Perché?” beh perché:

  •  non tutti i bambini hanno la stessa fame;
  • è preferibile soddisfare il bisogno di fame piuttosto che forzare il bambino a mangiare quando non è pronto;
  • è importante osservare e rispettare i ritmi relativi a sonno, veglia, fame e digestione;
  • è preferibile che il pasto sia somministrato dalla stessa persona. Il bambino si aspetta sia lo stesso sapore e sia la stessa atmosfera conciliante e protettiva;
  • è importante che il momento del pasto venga vissuto come momento prima di compartecipazione e poi come socializzazione. Spesso purtroppo avviene in condizione di isolamento madre-bambino per evitare distrazioni.
  • evitare di forzare il bambino. La digestione ha una componente, detta cefalica, che favorisce l’insorgere dell’appetito

nutrizione . Creazione di un’atmosfera conciliante

Se l’introduzione del cibo avviene ripetutamente in un clima emotivamente elevato, il bambino può associare il cibo a qualcosa di cattivo.

Regole troppe fisse di comportamento finiscono per danneggiarlo perché limitano i bisogni di collaborazione o di distrazione.

E’ chiaro che il bisogno di nutrizione è legato ad un istinto, ma non è certo vero che al momento della fame corrispondono altri impulsi, come quello di muoversi o di manipolare il cibo.

In concreto cosa bisogna fare quando non vuole mangiare?

Fin dall’inizio il bambino deve vivere il momento del pasto come collaborazione e per quanto riguarda l’atmosfera deve essere conciliante. In questo modo sarà facile alimentarlo.

Per riportare la sua attenzione al cibo basta creare un’atmosfera di gioco.

Ricordo che, in una delle esperienze da educatrice c’era una bambina che, inizialmente, non voleva mangiare, è stato allora che mi sono ricordata del gioco dell’aeroplanino, accompagnato alla frase “arriva un aereo carico, carico, carico, di…” ovviamente il cucchiaio diventava l’aeroplano!

In questo modo, piano piano imparava anche nuove parole. Stimolavo il suo linguaggio.

E per le difficoltà nello svezzamento?

Queste saranno minori se, nella fase che lo precede detta divezzamento, il bambino avrà avuto l’opportunità di assaggiare altri sapori oltre a quello del latte.

Ciò potrebbe servire come guida, per capire i sapori del proprio figlio.

Inoltre per un buon inizio di svezzamento si dovrà evitare il periodo più caldo dell’anno, ritardando o anticipando un poco.

Questo argomento lo approfondiremo in un prossimo post.

Spero che questo piccolo articolo di sopravvivenza sulla nutrizione, o forse è più giusto dire sul momento pappa, ti sia stato utile.

Ti aspetto su instagram ( _educa.mente_)