Trova la sua realizzazione attraverso dei simboli che il bambino deve apprendere, memorizzare, riconoscere, associare a dei suoni e convertire in gesti grafici.
Egli non impara a scrivere nel momento in cui riesce a copiare le lettere, bensì quando ha consolidato i processi cognitivi che gli permettono di eseguire i movimenti giusti per realizzarle.
Non sono dunque da sottovalutare l’impugnatura della penna, la postura giusta, la comprensione della discrezionalità del movimento grafico. Tutte queste sono informazioni fondamentali da fornire al bambino fin dalla scuola dell’infanzia.
Chiusa questa piccola parentesi, la scrittura ed in particolare il corsivo, stimola lo sviluppo cognitivo, perfeziona la motricità fine, coinvolge aspetti affettivi, intellettivi e motivazionali.
Il corsivo, inoltre, aiuta a visualizzare meglio i caratteri e a ricordare meglio.
Da quanto detto è dunque facile dedurre che attraverso essa, profondamente diversa dal linguaggio orale, il bambino impara a costruire anche un dialogo interiore, ad affrontare i propri pensieri e a provare a trasmetterli trasformandoli in un gesto grafico.
È fondamentale nello sviluppo dell’attenzione, della concentrazione, della memoria. In primo luogo contribuisce a sviluppare le facoltà cognitive del bambino.
Aiuta a coordinare i movimenti muscolare e promuove il controllo fino-motorio, quindi la coordinazione di braccia, mano o dita.
Aumenta l’attenzione aiutando il cervello a valutare e organizzare al meglio i dati ricevuti. Aiuta ad imprimere meglio le idee e i concetti nella mente, permettendo di ricordarli più facilmente.
Educare in conclusione al gesto grafico significa prendere per mano il bambino e condurlo a trovare quella gratificazione implicata nel gesto stesso, ovvero quello di essere un comportamento volontario tra i più raffinati e complessi che l’essere umano possa imparare per essere libero di esprimersi.
Fonte: L’educazione. Trimestrale periodico di pedagogia e cultura a divulgazione gratuita. Edito da Facile Aiuto Editore.
