Tutto quello che vuoi a mamma

“Tutto quello che vuoi…a mamma”

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Spesso riecheggia nelle mie orecchie una frase tipo «tutto quello che vuoi a mamma»

E a proposito di questo, qualche settimana fa, mi è capitato di leggere una frase che mi ha colpito molto e invitato a riflettere: «“L’educazione non è rispetto delle regole ma rispetto degli uomini». 

In un tempo non molto lontano, ti parlo dell’epoca dei nostri nonni, l’educazione dei figli era basata sul rispetto delle regole, spesso molto ferree.

Con il tempo però qualcosa è cambiato, si è capito che l’impostazione era fin troppo rigida (si pensi alle punizioni corporali o ad altre cose affini), ed insieme alle regole è stato gettato via, proprio come uno straccio consumato, anche il rispetto.

Oramai sono tanti i post che mettono in luce quelli che sono i legittimi diritti dei bambini, che a quei tempi nemmeno si immaginavano.

Oggi una notizia di una maestra che picchia fa scalpore, a quei tempi era tutto legittimo.

Il problema principale è che i diritti sono stati largamente fraintesi: si pensa che lasciar fare ogni cosa a nostro figlio significa rispettarlo, amarlo e altro ancora.

Su questo punto allora sono intervenuti numerosi psicologi per arginare le vie di questo fiume fin troppo esteso.

Su portale bimbi vengono citate codeste parole: «Ed è così che ci piace interpretare il pensiero di autori come Paolo Crepet, Paolo Sarti e Daniele Novara: non tanto come super-critici, ma come pionieri di una nuova idea di educazione, quella secondo cui rispettare un bambino (o un adolescente) non significa fargli fare tutto quel che vuole. Il rispetto, a nostro avviso, è frutto della responsabilità educativa»

Dove voglio arrivare? Ricorda che cedere ad ogni richiesta o anche ad un capriccio non è sinonimo di rispetto o di amore, allo stesso modo insegnare che, sbattendo i piedi a terra, otterrà ciò che voleva non è rispetto.

Come uscire da questo tunnel del «tutto quello che vuoi a mamma?» dobbiamo innanzitutto rispettare noi stessi e poi nostro figlio, dirci che tutto quello che facciamo è per il suo bene, fare quello che ci sembra giusto e non quello che ci è comodo.

Dobbiamo percepirci come educatori di una generazione che abiterà il mondo e che, a sua volta, avrà le stesse nostre responsabilità.