Un neonato prova emozioni? Quando e perché sorride?

Un neonato prova emozioni? Quando e perché sorride?

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Un neonato prova emozioni? Quando e perché sorride?
Le emozioni nei primi due mesi di vita

Si! Le prime emozioni del vostro bambino sono in risposta alle esperienze sensoriali provenienti sia dall’interno, come la percezione del gusto e la percezione del dolore, che dall’esterno, in risposta ai forti rumori e ai nuovi stimoli.

TESTO A CURA DI LUCIA RIZZO (PSICOLOGA DELL’ETA’ EVOLUTIVA)

In questa fase il neonato ancora non ha una chiara distinzione fra sé e l’altro e il pianto o il sorriso compaiono in maniera non intenzionale e involontaria. Molte delle esperienze sensoriali alle quali il neonato risponde attraverso le emozioni sono state già vissute
nell’utero materno (per saperne di più vedi “I cinque sensi più uno nella pancia della mamma”), altre sono del tutto nuove e attraggono da subito l’interesse del piccolo, prima e più importante fra tutte la vista del volto umano.

Quali sono le prime emozioni?

Le prime emozioni che proverà il vostro bambino saranno una sensazione generalizzata e indistinta di soddisfazione, interesse e sconforto, le basi per l’evoluzione futura rispettivamente in gioia, sorpresa e tristezza, collera, paura, che si distinguono a partire dal terzo/quarto mese di vita (di cui parlerò nell’articolo “Le emozioni dai 3 ai 12 mesi di vita”).

Il neonato in questa tappa dello sviluppo esprime ancora involontariamente queste “emozioni primitive” attraverso il sorriso e il pianto.

Quando e perché compaiono i primi sorrisi?

Nei primi due mesi di vita il sorriso del vostro bambino viene definito “endogeno” (così lo descrivono gli psicologi Carrol Izard e Alan Sroufe), un’espressione involontaria che esprime benessere e appagamento; nei primissimi tempi il sorriso comparirà maggiormente nella fase REM del sonno (come accadeva nell’utero).

Dal primo mese inizierete a sentirvi più partecipi nelle emozioni del vostro piccolo,
in quando il sorriso comparirà in risposta alla soddisfazione, ad esempio dopo una poppata o in risposta al suono della vostra voce e alla vista del vostro viso (e voi, mamme e papà, vi sciogliete come ghiaccioli ad agosto).

Dal punto di vista evoluzionistico questo riflesso innato crea appagamento e istinto di protezione nell’adulto in generale e in particolare in voi genitori, ripagandovi del carico di stress che inevitabilmente una nascita porta con sé.

Perché i bambini si succhiano il pollice?

Numerosi studi scientifici dimostrano che il neonato nei primi mesi di vita è più sensibile all’intensità e alla durata delle emozioni che alla loro qualità. Emozioni troppo intense tendono ed essere regolate da parte del bambino; per regolare l’intensità eccessiva di sensazioni positive e negative il neonato aumenta il ritmo nel succhiarsi il pollice o il ciuccio oppure distoglie lo sguardo dallo stimolo visivo (lo farà anche da più grande, anche durante un gioco faccia a faccia).

In che modo partecipate alle emozioni del vostro bambino?

Voi genitori svolgete un ruolo importantissimo nella regolazione delle emozioni del vostro bambino. Come sostiene lo psicologo Nico Henri Frijda “le persone assumono una certa posizione verso le proprie emozioni e verso le conseguenze delle proprie azioni di tipo emotivo: le giudicano positive o negative e si comportano di conseguenza”.

Esattamente è questo che succede quando rispondete alle emozioni dei neonati, date una conseguenza con le vostre reazioni (espressione del viso, modulazione della voce)
all’espressione emotiva manifestata dal bambino. Il neonato stesso ha una predisposizione a preferire la vista di volti umani con occhi aperti anziché chiusi (da uno studio di Thèodore Simon del 2000) perché a il vostro volto e la vostra risposta emotiva regoleranno le sue emozioni e con il passare dei mesi lo aiuteranno a padroneggiarle intenzionalmente.

Come percepisce le emozioni degli altri?

La capacità di provare empatia deriva da una condizione presente nel neonato definita da Silvia Bonino “contagio emotivo”, ed è il motivo per cui un neonato inizia a piangere se ascolta il pianto di altri bambini. Questa particolare forma di imitazione è la conseguenza di una mancata distinzione fra sé e l’altro, fra interno ed esterno, tipica nei bambini sotto i due mesi di vita; in altre parole il neonato crede che l’emozione percepita sia la propria.

In sintesi nei primi due mesi di vita il neonato vi comunica involontariamente il bisogno delle vostre reazioni alle sue espressioni emotive per poterne dare un significato e si prepara a comprendere e comunicare intenzionalmente le prime emozioni.