capricci un linguaggio segreto

Capricci … un linguaggio segreto da decifrare

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Sono stanca dei tuoi capricci … non si può fare sempre come dici tu!”

“Tu non capisci non è giusto!! Io non sono capriccioso” (urla, calci, pianti … fanno da contorno!)

Mi chiedo se questa sia o meno una scena di vita quotidiana per voi cari genitori che, stanchi dalla giornata lavorativa, vorreste vedere sereno e tranquillo il vostro bimbo, o più semplicemente vorreste che vi ASCOLTASSE.

Si impunta, non vuole mangiare, o non vuole lavarsi le mani, oppure vuole solo giocare, o magari, dopo averlo preso da scuola, inizia a camminare pianissimo fino alla macchina mentre voi dovete ancora andare al supermercato, fargli il bagnetto e preparare la cena.

Tutto questo nel nostro mondo adulto si chiama??
Lo so che lo sapete! Lo chiamate CAPRICCIO!
Avete mai provato a cercare sul dizionario questa parola? È curioso, e ne rimango stupita, perché cercandola sul vocabolario Treccani leggo: “CAPRICCIO = soddisfare liberamente la propria voglia, i propri desideri”.

Ed è proprio così, cari genitori, perché dietro quel comportamento, che per convenzione ed abitudine chiamiamo capriccio, c’è un desiderio, una voglia o meglio dovrei dire un bisogno.

Partiamo da un aspetto fondamentale da comprendere. Ricordate l’articolo precedente in cui vi invito a riflettere sull’esistenza di due mondi diversi? Ecco, questi due mondi si riflettono anche sul modo di pensare ed agire. Il bambino, infatti, organizza il suo pensiero in modo del tutto diverso da noi adulti. Se non si sente visto o ascoltato nel suo reale bisogno, la sua mente inizia a pensare che è necessario far di tutto per essere visti.

Prendiamo il caso in cui la mamma o il papà vanno a riprendere a scuola il proprio bimbo. Quante ore sono che non vi vede? Circa 8 ore. Secondo voi, dunque, quanto bisogno ha di sfogare la frustrazione data da questa distanza?
Ve lo dico io: molto! Fidatevi!
Probabilmente, se gli direte di sbrigarsi perché bisogna ancora fare la spesa, i compiti, farsi la doccia, cucinare o se gli elencherete una lista di cose che sono ancora da fare, la sua reazione sarà opposta a quella che desiderereste.

Come comportarsi?

Non è sempre è facile interpretare i messaggi del bambino, lo so, ma dietro ad ogni
comportamento eccessivo c’è un bisogno che aspetta solo di essere accolto.

Chiedetevi dunque “cosa mi vuole davvero comunicare?” Sforzatevi di cercare quell’emozione che sta provando e che è incapace di esprimere. Con serenità, calma e tranquillità accoglietelo. Piegatevi verso di lui, parlategli guardandolo negli occhi, mettetevi all’altezza del suo livello. Fategli capire che siete lì per lui, abbracciatelo anche durante “il capriccio”. Così facendo gli starete comunicando “Ti vedo, ti ascolto, ci sono”.

Ricordatevi due cose:
1) Non tutti i comportamenti sono messaggi in codice da decifrare. Potete essere certi però ci sia
un messaggio quando il comportamento è eccessivo, esagerato e ripetitivo.
2) Il nostro vantaggio straordinario è essere stati per primi bambini!