Cosa è per me la disabilità

Cosa è per me la disabilità

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Foto di mamma Laura (ymyla)

Ho pensato tanto, forse troppo. Mi sono affacciata alla finestra, ho guardato ciò che mi circonda, ma non ho trovato la disabilità

Forse non ho osservato bene, e allora metto in pausa il mio orologio…ecco nessun tic e nessun tac.

Il silenzio…solo io e questa immensità che, a volte, mi fa paura.

La disabilità , ma che nome strano è…prima si chiamava handicappato…cosa ci sia di diverso ancora non l’ho capito.

Ma da che siamo su questa terra, abbiamo avuto la necessità di dare un nome a tutte le cose…ci avete mai pensato al “e se il tempo in realtà non si chiamasse così?”.

Non sapete quante volte, guardando negli occhi di quei bambini, mi son posta questa domanda.

Ella dunque, anche se lo voglio negare, ha un nome che gli è stato cambiato varie volte nel corso del tempo, e porta il nome di tutti quei bambini che sono stati etichettati come disabili…

Non voglio dunque parlarti dell’etimologia della parola, per questa si trovano tantissimi articoli in rete, ma di cosa sia per me.

È andare da uno specialista all’altro, senza mai trovare subito riscontro o conforto.

È andare a fare terapia nelle ore sempre più calde.

È guardare il mondo da una diversa prospettiva, e se lo guardi ancora meglio ti vengono le vertigini. È un abisso.

È confrontarti con il mondo intero, guardare alle storie di altre famiglie, e, a volte (o spesso), piangere, chiedendoti perché sia capitato proprio a te.

“A vit è na facciat e fnestr” alcuni dicono…ed è proprio vero, se pur lunga, se ci si riflette bene è corta.

E allora ‘perché” mi chiedo…”Perché tutto questo?” “Siamo semplicemente diversi”.

Ho pensato, e forse un po’ troppo…a quanto questa vita sia strana…ognuno con il suo dono…ognuno con la sua particolarità.

“E allora perché disabile?” “Ma in cosa poi?” “Perché ha un ritardo?” “E quindi?” “Per quella cosa deve essere etichettato come tale?”

Non so se queste mie domande avranno mai una risposta, o forse già una c’è e sono io a non volerla vedere.

E allora apro gli occhi…È quando tu piccolo ometto, giri continuamente attorno alla tavola, senza mai stancarti di farlo.

È quando mi guardi e ridi, perché stai per fare un dispetto.

È spiegarti una cosa e non avere la sicurezza che tu abbia capito…ma non per questo mi arrendo, mi abbasso e spiego meglio.

Tutto questo e altro ancora: regalare sorrisi, soddisfazioni, grandi traguardi mai immaginati prima. Ringraziare le persone che ti sono vicine, e sentirti dire che tu per loro sei stata di grande aiuto.

Questa è per me la disabilità … un etichetta che mi trovo ad usare, ma che non trovo da nessuna parte…