I bambini e la pappa. Verso un'alimentazione consapevole

I bimbi e la pappa: verso un’alimentazione consapevole

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Per quanti di voi il momento della pappa è un dramma?

Alcuni sembrano mangiare troppo poco, alcuni non sembrano smettere di mangiare, altri (ormai molti) mangiano solo ed esclusivamente con uno schermo puntato di fronte. Le domande dei genitori preoccupati sono sempre di più, ma per rispondere bisogna prima partire dal presupposto che bisogna mettere in discussione le credenze di noi adulti.

Cosa succede spesso se ci sono problemi con il momento della pappa?

Molti genitori cercano di risolvere questi problemi relativi alla pappa da soli, vietando i “cibi proibiti” o forzando i bambini a mangiare, spesso anche utilizzando gli schermi di tablet, telefoni e tv come “distrattori” che impediscono al bambino di ribellarsi se non vuole più nutrirsi. 

Purtroppo così facendo gli effetti indesiderati sul comportamento alimentare del bambino non fanno che peggiorare: sia nel caso in cui il bambino mangia troppo che nel caso opposto i nostri “rimedi” non fanno che rendere il pasto un momento di stress (per il bambino e per noi) e predire in età futura problemi con l’alimentazione che possono sfociare in veri e propri disturbi alimentari più frequenti.

Allarme tablet: perché è così dannoso durante durante il momento della pappa?

So benissimo che in molti utilizzano la formula “purché mangi” ed accettano l’effetto “sedativo” di “Bing” o “Baby Shark” ad ogni pasto per poter distogliere l’attenzione del bambino dal cibo e poterlo nutrire il più possibile nei casi in cui sembra mangiare poco o non mangiare affatto. In questo caso però i problemi sono due: primo, il bambino non assapora, non distingue gli alimenti e non esplora il ciboattraverso i sensi; secondo, ma non meno importante, il bambino non concentra la propria attenzione sulle sensazioni corporee di sazietà e sulle emozioni legate ad un alimento rispetto ad un altro (molti di noi sono legati emotivamente ai ricordi del passato attraverso profumi e sapori della nostra infanzia, ad esempio il profumo delle polpette della nonna, i bambini di fronte ad uno schermo purtroppo non lo saranno).

Il neonato mangia poco o troppo, gusta pochi alimenti e sputacchia il cibo: quanto bisogna preoccuparsi?

Poco e niente. Per quanto riguarda i più piccoli (0-3 anni) spesso il problema con il cibo riscontrato dal genitore è solo una percezione sbagliata: in questa fase dello sviluppo l’appetito e il senso del gusto varia enormemente da bambino a bambino. Inoltre molti studi dimostrano che, ad eccezione di rarissime condizioni patologiche, i bambini sotto i tre anni, se lasciati di fronte ad una grande quantità e varietà di cibo, mangiano esattamente la varietà di macronutrienti e la razione giusta per il loro fabbisogno energetico. Il gesto di sputare il cibo dei neonati è un riflesso naturalissimo e non è altro che un segnale da parte del loro organismo per comunicarci che ha assunto la quantità giusta di cibo ed è dunque ora di fermarsi.

Cosa può fare quindi il genitore?

Un genitore preoccupato può pensare di essere mosso dall’istinto di nutrire il proprio bambino, ma la verità è che questi comportamenti non sono mossi dal nostro istinto ma dal valore che diamo al cibo o dalle preoccupazioni quotidiane che riversiamo sul cibo. Questo accade perché molti di noi a nostra volta sono stati nutriti sotto le formule “purché mangi” oppure “basta mangiare altrimenti diventi grasso” oppure “se mangi tutto la mamma o il papà ti compra il giocattolo”. Se il bambino è piccolo (sotto i tre anni) la cosa giusta è rispettare e avere fiducia nel suo istinto (molto più influente e autentico del nostro) e cercare di imparare o intraprendere un percorso sulla consapevolezza alimentare assieme a lui, in modo da offrire il buon esempio con il proprio rapporto con il cibo. Se il bambino ha superato i tre anni probabilmente ha già acquisito condotte alimentari regolate non dall’istinto di autoregolazione ma dai tanti fattori provenienti dall’ambiente (non mangia perché i genitori lo obbligano a mangiare, mangia per noia, mangia per compiacere i genitori, ecc..) e quindi è consigliabile intraprendere un percorso sulla consapevolezza alimentare che possa aumentare la qualità dell’esperienza con il cibo, e di conseguenza nutrirsi il giusto per il proprio organismo.

Per saperne di più vi invito a prenotare un posto all’ultimo incontro di “GENITORI OGGI-percorso di sostegno alla genitorialità dedicato a genitori e nonni”, il 28 febbraio 2020 a Carrara di Fano (PU) alle 20:30. 

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