Si ha come l’impressione che il proprio figi sia animato da una strana volontà, da uno spiritello che lo giuda a fare l’esatto opposto di ciò che ci aspettiamo e soprattutto di ciò che diciamo loro.
Abbiamo spesso ribadito che, in alcune circostante le parole hanno scarso valore quale strumento di disciplina. Questo perchè a due anni i bambini afferrano soltanto in minima parte il significato.
Quindi, il primo passo da fare è proprio quello di limitare il più possibile gli «spiegoni». Quello che può aiutarvi è sicuramente un NO forte e deciso, mettersi in ginocchio, con i nostri occhi all’altezza dei loro, e pronunciare in modo fermo brevi parole che contengono il messaggio che vogliamo comunicare.
Un altro modo che li aiuta molto a interrompere le azioni è fermarli fisicamente: mi spiego meglio, la strategia consiste nel circondare il loro corpo in un abbraccio deciso e dire che solo quando si saranno calmati allenterete la presa.
Ora forse vi direte <<Ma siamo sicuri che funziona?>> <<SI>>; <<Perché?>> beh perchè spesso i capricci non sono altro che tentativi attraverso i quali un bambino prova a dimostrare che è perfettamente in grado di comandare la nave e di dare gli ordini.
Sentire la forza di un genitore attraverso l’autorevolezza della sua voce, la serietà del suo sguardo, la potenza del suo abbraccio che «tiene e contiene», rimette tutti al proprio posto e consente a un figlio di capire chi dà le regole e chi, invece, le deve rispettare.
Al contrario, intuire che il genitore per primo non sa come gestirlo lo lascia in balia dei suoi capricci.
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