Pensano di essere al centro del mondo e vivono quella che gli esperti chiamano l’onnipotenza infantile. Sono poi anche concordi nell’affermare che, da quando nascono, il mondo ruota intorno ai loro bisogni.
A parte tutto questo una cosa è poca ma sicura: per loro è impossibile, anzi impensabile che un altro bambino possa pretendere qualcosa che loro hanno visto per primi oppure che già tengono in mano. E se per caso è un altro bambino ad avere in mano qualcosa che loro vogliono «adesso, subito, immediatamente», non resta altro da fare che strapparglielo di mano.
<<Come ribaltare questa visione egocentrica dell’universo?>>, <<Come insegnargli a essere generosi e ad uscire dalla fase del tutto mio?>>
Mettiamo quindi il caso che sta per afferrare un oggetto: potete fermare, con molta decisione, la sua mano e proporre quello che una volta veniva chiamato il baratto. Ogni volta che riusciamo a far cedere lui la <<preda>> dalle mani dobbiamo complimentarci con lui.
Il problema più grande si pone poi quando non vuole lasciare un oggetto che appartiene ad un altro bimbo. In questo caso vengono in nostro aiuto i famosi limiti che dovranno essere accompagnati da: pazienza e autorevolezza.
Ricordate che: la loro accondiscendenza a condividere con altri deve essere la conseguenza che deriva dal tono pacato della vostra voce e non tanto dalle parole che userete per spiegare che le cose non sono solo loro e che quindi si deve fare un po’ per uno, cosa che – come dicevano i nostri nonni – non fa male a nessuno.
<<Ok, tutto chiaro, ma se fa storie, piange, si dimena?>> Provate a distrarlo con qualcos’altro o ancora prendeteli per la mano o in braccio e spostate i loro interesse verso un altro oggetto.
Ricordate che generosi si diventa. Ma soprattutto: non mollate mai la presa, non vi scoraggiate già ai primi fallimenti, rimanete sempre sicuri di ciò che state facendo ma soprattutto tranquilli.
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