Ben tutti sapremo quale importanza rivestono le stimolazioni per lo sviluppo del bambino.
Egli infatti, deve trovare, fin dai primi giorni di vita, un ambiente ricco di forme, odori, voci, suoni, contatti, incentivi adatti al suo sviluppo.
Inoltre, all’inizio sviluppa ed esprime la propria capacità di pensare mediante vari tipi di gioco, attraverso il quale accresce la sua agilità, la sua forza, la sua intelligenza ed aumenta la conoscenza del mondo.
Vediamo per esempio che il bambino di un anno gioca a ripetere suoni; quando è più grande gioca invece ad arrampicarsi, saltare, correre, lanciare un palla e così via.
L’ epoca d’oro ….
Incentivare il bambino è dunque fondamentale. Dobbiamo però aggiungere che vi sono dei periodi( detti epoca d’oro o periodi critici)
in cui queste stimolazioni hanno un valore specifico e che favoriscono la comparsa di determinate caratteristiche psicologiche.
Ecco quindi nascere il concetto di epoca d’oro ….pensiamo ad esempio ai nati sordi: se non hanno stimolazioni acustiche, non riescono ad acquisire il linguaggio.
Per alcuni fenomeni si possono dunque individuare certi periodi nei quali le stimolazioni hanno un effetto massimo; se arrivano in anticipo o in ritardo non producono risultati evidenti. Riferendoci per esempio al linguaggio, è impossibile far parlare (e intendo il costruire frasi) un bambino di cinque mesi.
A proposito di stimolazioni…se vuoi saperne di più tu rimando ad un precedente post Gestire i comportamenti oppositivi grazie al rinforzo positivo
La parola agli esperti!
Secondo alcuni studiosi si può imparare qualsiasi cosa a qualsiasi età.
Tra questi ricordiamo Bruner, secondo il quale per insegnare un argomento bisogna presentarlo in accordo con il modo di vedere del bambino in quella determinata età.
Quindi, secondo egli, possiamo trattare un concetto difficile e astratto e trasmetterlo in termini facili.
Grazie al suo lavoro si sono dunque allargate le nostre vedute su quanto può apprendere il bambino fin da piccolo. Tuttavia, vi sono alcune persone che tentano di trasmettere materiale piuttosto difficile, sia pur in termini semplificati, ai bambini in età prescolare.
E’ esagerato dire che si può imparare a qualsiasi età?
A questo proposito è bene fare due considerazioni. La prima è che molti concetti scientifici e matematici possono essere esposti in termini comprensibili (per esempio la teoria degli insiemi può venire compresa quando quando il piccolo si rende conto che un gatto, un cane ed una pecora appartengono ad un particolare insieme che esclude l’orsacchiotto di panno).
La seconda è che il fanciullo può ricevere un informazione quando ha una struttura che lo metta in grado di assimilarla, di capirla.
Quindi, se al bambino viene insegnato un compito prima che egli sia maturo per comprenderlo, proverà disagio e ansia. D’altro lato se è ritardato troppo, potrà non avere l’energia, l’interesse e le risorse che aveva precedentemente.
Per capirci meglio: un allievo se inizia lo studio dell’inglese in prima elementare, dovrà esercitarsi in due lingue ed è facile generare confusione; se rimanda lo studio della lingua straniera alla fine dei cicli scolastici non troverà più il tempo per applicarvisi; se invece comincia in prima media, avrà il vantaggio di possedere una buona padronanza dell’italiano e di avere davanti a sé alcuni anni per impadronirsi della seconda lingua.
Quando il bambino è in grado di acquisire un nuovo compito?
L’ epoca d’oro è dunque da tenere in alta considerazione nell’apprendimento. Tuttavia non è facile stabilire con precisione quando è in grado di acquisire un nuovo compito con il minimo sforzo ed il massimo successo.
Bisogna comunque tener presente che questi periodi vanno considerati con elasticità, senza pregiudizi.
Non mi stancherò mai di dire che ogni bambino è un individuo ben distinto e che, come tale, ha i suoi periodi critici che vanno considerati con sensibilità ed attenzione.
E’ vera dunque la massima “non è mai troppo tardi” in quanto ognuno di noi può trovare o cercarsi ogni tipo di stimolazione particolare nel corso della vita.